I FILM VINCITORI DELLA PRIMA EDIZIONE
DEL PREMIO PCP
2022/2023
Animazione:
CANDELA di Marc Riba e Anna Solanas (Spagna) Con la seguente motivazione: Il film Candela, esprime un elevato e sapiente lavoro autoriale del regista. La complessa e impegnativa tecnica a Stop Motion utilizzata dall’autore mostra una sua appassionante ricerca e conoscenza delle diverse tecniche di animazione. L’autore è un abile maestro nell’affrontare una delle più originali e antiche manipolazioni di animazione cinematografica. Il racconto, delicato e commovente, e’ permeato da un segno poetico misurato, raffinato ed originale, ben dosato in ogni piccolo dettaglio della preparazione pro filmica nella sua messa in scena. |
Animazione
L’ECRIVAIN AVEUGLE di George Sifianos (Francia) Con la seguente motivazione: I disegni di questo film sono realizzati a occhi bendati. Con un incalzante susseguirsi di situazioni e riferimenti colti, la matita insegue l’immaginazione con straordinaria abilità disegnativa. Costruzione e decostruzione seguono un felice ritmo, regolate da parole non descrittive che generano varie interpretazioni nel trovare riferimenti ad autori diversi. “Lo scrittore cieco” è un omaggio a Jorge Luis Borges, mentre l’amato Charlot chiude con poetica leggerezza il pregevole racconto animato. |
Documentaro:
SHERO di Claudio Casale (Italia India) Con la seguente motivazione: Il film è una testimonianza delle donne sfregiate con l’acido in India, reso ancora più toccante dalla fresca presenza di una bambina. L’argomento, narrato con spontaneità, mostra senza retorica il coraggio e la determinazione di queste donne unite in un movimento che le aiuta ad accettare la loro condizione. Ognuna, con la solidarietà di molti e un annoso lavoro psicologico, ha ritrovato la speranza superando l’avversione a mostrare il proprio aspetto. “La faccia è la mia ma è lui che deve nascondersi“ è una forte condanna per chi ha tentato di cancellare la loro identità. |
Documentario
GIOJA22 di Stefano de Felici (Italia) Con la seguente motivazione: per la capacità di raccontare l'impresa di un forte atto simbolico attraverso il linguaggio del documentario. Il punto di vista della macchina da presa cala nel vivo dell'azione, dalla meticolosa preparazione, alla tensione dell'ascesa, sino al clamore di un gesto che si propone di attrarre l'attenzione per direzionarla verso uno dei più gravi drammi contemporanei. |
SU RIDER di Alberto Utrera
Con la seguente motivazione: Per la sua capacità, attraverso un sapiente uso della regia, delle luci decise ed emotive e della scrittura, di tenere in suspence lo spettatore, in un crescendo di emozioni che culmina in un finale inatteso, obbligandolo a ricredersi. Il pubblico prova così spiazzamento e senso di colpa per un giudizio affrettato, sapientemente veicolato, ed è invitato a riflettere su quanto sia difficile valutare la reale qualità di una persona da un primo approccio, influenzato da ingiusti pregiudizi. |